Welfare Aziendale: il benessere al primo posto

Cos'è il welfare?

“Welfare” è un termine spesso tradotto con “benessere”. Nonostante ciò, è una parola che  racchiude in sé concetti e ideali propri della maggior parte delle comunità moderne. La parola welfare significa alla lettera “stare (fare) bene (well)” e indica uno stato di quiete e tranquillità. Intorno al XIX secolo iniziò a delinearsi la necessità di rendere questa parola un ideale sociale e politico, molto più di quanto non lo fosse fino ad allora, con la nascita dello Stato Sociale. Con la venuta di quest’ultimo, gli operai ottennero tutele per le famiglie e protezioni da malattie, infortuni e disoccupazione. Nonostante la nascita del welfare sia dunque molto distante nel tempo, non è scontato il pensiero che ad oggi, non abbia ancora raggiunto la sua piena realizzazione. 

Cos'è il welfare aziendale?

In ambito aziendale, “welfare” è  un concetto in costante divenire, un modo di essere perpetuo e crescente nel tempo. Il Welfare Aziendale permette di creare ambienti di lavoro sostenibili mettendo a disposizione dei lavoratori benefit e agevolazioni, attraverso politiche e iniziative più o meno standard. Ciò non presenta vantaggi significativi solo per i dipendenti di un’istituzione o un’azienda, ma anche per le loro famiglie e soprattutto per l’azienda stessa: un miglior stato fisico e mentale degli operatori garantisce una miglior produttività e rinnovati rapporti sociali.

Come si attuano queste politiche?

Le politiche di welfare aziendale trovano diverse applicazioni nell’ambito lavorativo, le quali potrebbero essere suddivise in: organizzative, vantaggi indiretti (o Fringe benefit) e vantaggi flessibili (flexible benefit). 

Le politiche organizzative sono tutte le misure attuate da un’azienda che hanno a che fare con modalità e orari di lavoro come la presenza di orari flessibili o la possibilità di effettuare lavoro in smart working.

I vantaggi indiretti o Fringe benefit riguardano i cosiddetti “compensi in natura”, ovvero i servizi e beni erogati da un datore di lavoro sotto forme diverse dal denaro. Tra gli esempi più comuni vi sono le automobili aziendali, i pc per svolgere lavoro in remoto o i buoni acquisto.

I vantaggi flessibili o flexible benefit sono i servizi messi a disposizione dei dipendenti di un’azienda e fruibili attraverso crediti e collaborazioni. Tra questi potrebbero esserci agevolazioni per l’utilizzo di mezzi pubblici, corsi di vario tipo, servizi di intrattenimento e molto altro.

Nonostante esistano strumenti specifici per le aziende, adatti a misurare il proprio welfare aziendale e l’impatto che esso ha sia sull’economia che sul benessere dei dipendenti; risulta difficile per questi ultimi fare lo stesso per misurare anticipatamente il welfare offerto dall’azienda. Oltre ad un’attenta osservazione e valutazione, è indispensabile una comunicazione il più aperta e limpida possibile tra datore di lavoro e lavoratore. Vi sono alcuni dati che possono essere utili ai fini della valutazione, come il possesso o meno da parte dell’azienda di certificazioni e iniziative dedicate. Una tra tutte, la norma SA 8000:2014, grazie alla quale è possibile misurare la responsabilità sociale dell’impresa e la sua attenzione verso il rispetto e il benessere di tutti gli operatori coinvolti. Inoltre è possibile verificare l’adozione di opportune politiche di mutua integrativa che consentano l’ottenimento di benefici personali e familiari, quali ad esempio quelli previsti dai prodotti offerti da Aglea Salus ( http://www.agleasalus.it ).

Perché il welfare aziendale non è solo una voce da aggiungere al curriculum di un’azienda: è un’ideale atto a migliorare il mondo lavorativo e non, mantenendo al primo posto il benessere degli individui.

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